ANTROPOCENE

ANTROPOCENE

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Per descrivere quel che accade a una specie che cresce infinitamente in un ambiente finito abbiamo scelto la metafora dei batteri in una piastra di Petri: “si moltiplicano fino a consumare le risorse disponibili e poi muoiono  tutti”. Tutto sembra andare per il meglio ma poi, all’improvviso, il meccanismo della crescita si arresta e implode, e questo vale anche per gli esseri umani. Molte civiltà del passato   sono crollate immediatamente dopo aver raggiunto l’apice del loro sviluppo. Che cosa succederà a noi, figli dell’Antropocene? Siamo come batteri in una piastra di Petri oppure il nostro attuale modo di vivere verrà soppiantato da qualcosa di nuovo?

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“Qualcuno potrebbe giudicare di scarso interesse scientifico questo dibattito sulla definizione dell’Antropocene”. Il fatto è che il concetto di “epoca umana” ha oramai scavalcato gli steccati accademici che lo vorrebbero circoscritto alle tenzoni di geologi e stratigrafi, diventando terreno di incontro speculativo tra filosofi della scienza, storici del clima, giornalisti ambientali, artisti e attivisti. Dall’uso culturale che questi hanno fatto del concetto di Antropocene è scaturito un dibattito mai così fecondo sui cambiamenti climatici, sull’intreccio irrisolto e forse irrisolvibile tra natura e cultura.

“pian piano diventò evidente che non tutta la conoscenza derivava dallo studio di antichi testi” ma che stava lì fuori, a portata delle capacità di comprensione di tutti. Colonizzazione, sfruttamento delle risorse e studio scientifico del mondo si saldarono rapidamente insieme e divennero gli architravi di una nuova forma di organizzazione sociale, il capitalismo “mercantile”, divenuto poi “industriale” con lo sfruttamento dei combustibili fossili e infine “consumistico”, con la grande accelerazione del dopoguerra.

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L’economia ha un tempo di raddoppio di circa 23 anni, con un tasso di aumento del 3 per cento annuo. Quanti futuri raddoppi saranno possibili è una questione aperta, ma di certo si presenteranno problemi e, quando accadrà, ci coglieranno di sorpresa.

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Quel che è certo, però, è che “una volta costruito un circuito di feedback positivo, non si torna più indietro”, e che “ogni nuovo modo [di vivere] dura meno del precedente”. Le comunità antiche con caccia e raccolta hanno abitato la Terra per milioni di anni, quelle agricole per decine di migliaia, il capitalismo ha solo mezzo millennio di vita e tuttavia potrebbe non traguardare la fine del Ventunesimo secolo. Guardando al futuro, il nostro attuale modo di vivere basato sulla crescita infinita sembra il meno probabile. Ma cosa seguirà?

Da storie diverse derivano visioni del mondo diverse e quindi linee di azione alternative. Appena l’Antropocene sarà definito, inizierà a svilupparsi una narrazione. A seconda della definizione scelta, sarà naturale giudicare adeguate alla crisi ambientale che ci troviamo ad affrontare alcune soluzioni e non altre.

Foto: NASA

https://climate.nasa.gov/images-of-change?id=747#747-hurricane-etas-aftermath-in-nicaragua