CONCORSO FOTOGRAFICO- “UN LIBRO, UNA DESCRIZIONE,UN’IMMAGINE”

CONCORSO FOTOGRAFICO- “UN LIBRO, UNA DESCRIZIONE,UN’IMMAGINE”

SUGGERIMENTI PER IL CONCORSO

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ITALO CALVINO
IL PENSATORE PER IMMAGINI
 
 

FANTASIA FIGURALE E FILOSOFIA NATURALE: LE IMMAGINI DEL MITO E QUELLE DELLA SCIENZA 

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La narrativa di Calvino è caratterizzata da uno stile di scrittura visuale che è per sua natura principalmente descrittiva. Il suo discorso procede tramite una serie di dettagli (per sineddoche ) che si pongono come fossero la totalità degli elementi rappresentati. 
 Calvino fu uno scrittore innovativo e non ortodosso; la sua narrativa si muove oltre le semplici classificazioni ed ammette solo un confronto di tipo inter-artistico ed interdisciplinare.
 In ‘Che testa!’, un articolo riguardante l’interfaccia tra i sensi umani e il mondo, Calvino, prendendo
spunto da una ricerca sui sistemi di informazione interattivi, postulava la preminenza di vista e tatto come metafore della consapevolezza umana.
Egli aveva intenzione di scrivere cinque racconti brevi che mettessero in risalto ciascuno un senso diverso.
 Era un pensatore iconico. Con questo non si vuole dire che il suo lavoro sia di tipo rappresentativo, sebbene la sua strategia sia il riassemblaggio della realtà attraverso minuziose descrizioni verbali organizzate meticolosamente all’interno di strutture geometriche. Simboli molto ricorrenti.
La lettura delle figure è stata certamente una scuola di fabulazione, stilizzazione e composizione
dell’immagine. L’operazione che ha compiuto in età matura, di ricavare delle storie dalla successione e accostamento di immagini (come le carte dei tarocchi ne Il castello dei destini incrociati). 
 le riflessioni sulla cultura visuale e il potere delle immagini e dell’immaginazione, certamente hanno le loro radici in quel suo farneticare infantile su pagine piene di figure.
 
L’immagine ha per Calvino un potere gnoseologico, essa è indispensabile insieme alla parola, per conoscere la realtà. E’ un punto di partenza per rapportarsi ad essa; egli stesso dice: «L’unica cosa di cui ero sicuro era che all’origine di ogni mio racconto c’era un’immagine visuale. Per qualche ragione l’immagine mi si presentava come carica di significato, anche se non sapessi formulare questo significato in termini discorsivi o concettuali»

Ciò non vuol dire che per Calvino le immagini siano più importanti della parola o della scrittura, ma che esse debbano collaborare per esprimere l’inesprimibile.

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